fattoni animati

Riccardo Corbò e l’uso delle sostanze dopanti nel mondo del fumetto.

 

Breve catalogo dei “fattoni” animati
Gli eroi, tali solo grazie all’uso di droghe ed anabolizzanti

 

Asterix e Obelix: chiaramente la pozione magica del druido, è una droga pesante anabolizzante.Obelix ne è assueffatto, e nonostante l’abbia provata solo da piccolo (somministrazione di droghe anche ai minori) ne ha continuamente il desiderio. il fatto che la pozione sia un’anabolizzante, è un messaggio chiaro e diretto, come dichiarato anche nel volume Asterix alle Olimpiadi.Capitan America: il mingherlino Steve Rogers, acquista i poteri dopo aver ingurgitato un bevanda anabolizzante, che gli dona muscoli senza allenamento fisico.

Hourman: personaggio della DC Comics, acquista super-poteri per un’ora dopo aver ingurgitato una filtro drogato.Braccio di Ferro: gli spinaci chiaramante non fanno quell’effetto, quindi si tratta di qualche altra erba.

Gli sbalzi di umore di Popeye sono chiaramente dovuti all’astinenza.Super-Pippo: mangia noccioline modificate radiottavamente. 

Probabilmente non si vede più in giro perché morto di cancro.I Gummi: orsetti che vivono in un mondo medieval-favolistico, fanno uso del succo di Gummi-frutta per ottenere un effetto dopante ed aumentare la loro forza.

 

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Personaggi che fanno del bere e del fumare il loro stile di vita

 

I Puffi: risolvono la maggior parte delle loro avventure con filtri ed erbe magiche.PollonPollon: Per tirare su di morale i vari sventurati che incontra, Pollon fa uso di una polverina bianca che, inalata o inettata, ridona l’allegria.
Nel cartone animato Pollon balla e canta, e imita con le mani il gesto di iniettarsi qualcosa nel braccio.
Dopo l’ultima avventura Pollon riesce a diventare la dea della speranza. Ovviamente i festeggiamenti saranno a base di grandi bevute di vino.Cara Dolce Kioko (Maison Hikkoku): i co-inquilini di Kioko e Godai sono dediti solo ai bagordi.
Per loro ogni occasione è buona per bere, e l’alcool in grandi quantità è la panacea di ogni male.
Ovviamente in ogni puntata finiscono totalmente sbronzi ma felici.

Doppio Rhum e il dottor Salasso: personaggi spalla di Capitan Miki, entrambi dediti all’alcool come rimedio di ogni male.
Conan il Barbaro: beve e si gode enormi quantità di vino, senza effetti sul suo fisico.
Mister Fantastic e La Cosa dei Fantastici Quattro: fumavano spesso la pipa il primo, un sigaro il secondo.Freak Brothers: la loro vita si basa sul consumo di droghe di ogni genere.Fritz il gatto: beve, va a donne, ruba, fuma, si diverte come un pazzo.
Finirà ammazzato.Rip Kirby: perennemente con la pipa in bocca.
Zanardi: non si risparmia spinelli e bevute.Andy Capp: il bere è una delle sue ragioni primarie di vita.

 

Carl Barks e i paperi drogati

 

Carl Barks è il “padre” dei Paperi, avendo inventato praticamente tutta la famiglia.
Come tutti i classici anche Barks resiste alla attacchi della censura ottusa, che proprio perché tale non comprende fino in fondo i frequenti riferimenti a droghe e avventure nella mente, all’oriente e alla magia, come finestra su altre realtà. nella storia Paperino musicista troviamo in casa di Paperino un quadro, il cui soggetto è un papero gonfio: le palline esprimono uno stato confusionale, è supino, ha gli occhi a croce e in mano regge un fiore tipo papavero.
In Paperino e l’E.S.S.B., sempre nella casa del buon Paolino, troviamo un altro indizio sempre riguardante l’arredamento: sopra un mobile d’angolo con tre ripiani e’ rappresentata una cosmogonia buddista, cioè un budda papero, un elefante e un vaso tondeggiante che rappresenta il mondo.
Barks nelle sue storie inseriva solo gli elementi essenziali alla narrazione; quindi nei casi citati ci troviamo di fronte a dei veri e propri messaggi per il lettore più attento.Il discorso diventa esplicito in altre storie. in Paperino e la cimice Tuff-Tuff, Paperino, subisce uno scherzo dei nipotini che, complice lo stato allucinato indotto al Paolino da una bottiglia di etere rottasi per caso, lo conducono in un “viaggio” attraverso un’ipotetica città futura realizzata graficamente attraverso una soggettiva del papero drogato.

Più spesso, invece, sono sostanze psicoagenti il mezzo per viaggi in un passato più o meno lontano. Una tisana indiana e la relativa danza officiata dallo sciamano del villaggio sono il punto di partenza per la celeberrima avventura Paperino nel tempo che fu, dove il papero più sfigato dell’universo e i suoi tre nipotini vivono un’avventura nella California del 1848, in piena corsa all’oro. il fatto che per “viaggiare” nel tempo i paperi facciano ricorso a droghe, non è di poca importanza ed è messo volutamente per rimarcare la cosa.
Nelle storie attuali, la traslazione temporale avviene invece senza spiegazioni: o si tratterà come nel caso di Luciano Bottaro dell’uso dei personaggi moderni in avventure fantastiche o antiche, di loro antenati o sosia in situazioni storiche-romanzate (i Promessi Sposi, Vai col Vento, etc.), o della narrazione delle origini dell Dinastia dei Paperi

Nella storia Paperino e il feticcio, fa il suo debutto lo splendido Gongoro. il Gongoro è un drogato per definizione e viene piu’ volte ripetuto nel corso della storia. Sentite come ne parlano le genti di Paperopoli nelle prime vignette:”Un Gongoro! Dovrebbero metterlo in prigione!”
“E per quale motivo? non ha fatto nulla di male! Si accontenta di andare in giro ad occhi chiusi!”Qui possiamo leggere le due fazioni della liberazione delle droghe leggere: chi vuol mettere in prigione il drogato per principio, “perché si droga”, e “disturba” con la sua presenza “diversa” la società’ “normale”, e chi sostiene che fin quando si droga per conto suo, sono fatti suoi.

Ed ancora: Paperino chiede:

“che cos’e’ un gongoro?”
“è un tizio che non esiste, ma se esistesse non dovrebbe esistere”
“Tu ne hai visto qualcuno?”
“No! ma se lo vedessi chiuderei gli occhi per non vederlo!”

anche qui il pensiero dell'”uomo medio” è dichiarato: chiudere gli occhi davanti a ciò che dà fastidio, e questo basta per cancellarne la realtà. Il drogato non deve esistere nella società “per bene” e se esiste, basta non pensarci.

In Re Paperone Primo il ricco zio ed i nipoti rivivono una vita precedente dopo aver bevuto un misterioso filtro menmonico celato in una sacca d’acqua sospetta.

L’aver percepito “uno strano profumo” precede la visione della fantastica resurrezione degli abitanti di Itsa Faka, antica città assira in “Paperino e la sposa persiana”. I Paperi hanno inalato i processi mentali di quegli antichi. Paperino e Co. si sniffano praticamente le ceneri dei morti disciolte in una pozza!

In Ritorno al Klondike il protagonista è un Uncle Scrooge dipendente da psicofarmaci (per curare un’improvvisa amnesia) che ne alterano la psicologia riportandolo ad un mondo ed ad un passato personale fatto di sentimenti e sensazioni dimenticati. il via a tutta la conseguenza degli eventi è dato da un caffè drogato che Goldie fa bere a Paperone, che ammette di essere drogato. La testimonianza della pericolosità che a questi riferimenti veniva attribuita in casa Disney è nella censura, proprio in questa storia, di quattro vignette dove ritornavano le allusive bollicine intorno alla testa di Zio Paperone.

In Paperino e il sentiero dell’Unicorno Donald Duck va a caccia dell’animale mitologico (la cui polvere di corno si ritiene abbia elevate proprieta’ di alterare la mente e la fisiologia) per conto dello zio Paperone, che vuole tenerlo nel suo zoo. La prima tappa è in India, a Sangri-la. Quando l’unicorno vien trovato, catturato e portato via, si sfianca sulla lunga via del ritorno. A capo chino, con la lingua di fuori, distrutto dalla stanchezza, assaggia un po’ di una muffa presente su una pietra e subito non solo si riprende, ma salta a zampe all’aria nitrendo, con forza ritrovata! Idem quando, nello zoo di Paperone, denutrito e accasciato per terra, immobile e con gli occhi chiusi, vicino alla morte, dà un morsetto alla solita muffa, e salta in piedi con sguardo allucinato nitrendo come un esaltato e inizia a rincorrere i paperi in lungo e largo.

In Mistero della Palude, i Paperi perdono ogni ricordo del loro incontro con i Gneezle a causa delle mele mangiate che, come dice il re dello strano popolo sono “drogate col succo dell’oblio”, e fanno dimenticare in 2 minuti gli avvenimenti dei due giorni precedenti.

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Storia incompleta dei fattoni animati

 

Durante i ruggenti anni ’30 le sigarette Camel, prodotte dal gruppo Reynolds, usarono come pubblicità delle storie a fumetti basate sui personaggi più popolari e avventurosi dell’epoca.
In una pagina venivano raccontate le imprese di attori, esploratori, avventurieri, sportivi, insomma tutte persone per cui era necessaria un’ottima salute.
Negli “spot” i testimonial (tra cui il palombaro Hank Reynolds e l’artista del circo Dorothy Herbert), dopo aver compiuto una grande impresa, si ristorano con una sigaretta Camel, “ottima per distendere i nervi, e per favorire una buona digestione, sempre e dovunque”.

In effetti in quell’epoca tutte gli studi sul fumo e sulle sue conseguenze non erano ancora stati approfonditi, anzi la tendenza dell’epoca, mossa anche dagli interessi dei produttori di tabacco, era di mostrare la sigaretta come segno distintivo del buono, dell’eroe, del personaggio che emerge dalla massa.
È ovvio quindi che Tex, con un bagaglio culturale da cowboy del far west ottocentesco, non abbia verosimilmente remore a dichiararsi soddisfatto e ristorato da una saporita sigaretta o da un corroborante bicchierino.
Ammesso e non concesso poi che Tex fornisca un esempio negativo, andrebbe questo ricercato nella sua abitudine a sforacchiare i cattivi con le sue infallibili pistole, cosa che potrebbe portare ad una pericolosa ondata di nuovi vigilantes tra i lettori della Bonelli.

Ma i nemici visibili della salute, quelli che ostentano i loro vizi, sono i meno pericolosi. I più subdoli sono quelli che celano il messaggio “fattonico” con estrema maestria.
Se c’è una cosa a cui nessuna generazione di bambini si è potuta sottrarre, dai primi decenni del secolo, sono i cartoni animati di Walt Disney.

Numerosi film d’animazione hanno al loro interno inviti all’uso di sostanze che alterano la mente. 
In Biancaneve e i sette nani la stregha usa un filtro magico per mutare d’aspetto, e poi una mela drogata per stordire in maniera definitiva Biancaneve.
Non sappiamo se è per omaggio a questa scena che ancora oggi c’è l’uso per gli accannati piu naif di aromatizzare le fumate di cannabis usufruendo come calumet di una mela scavata.

In Dumbo, l’elefantino si ubriaca, producendosi in visioni psichedeliche di pachidermi rosa che si contorcono, in un piacevole ed invitante balletto
Alice nel Paese della Meraviglie ci offre drogati biscottini da the (the con quali erbe non ci è poi dato da sapere, visti gli effetti sul cappellaio matto e la sua coorte), un mistico bruco che pippa da un narghile e spinge la bimba a far uso di funghi per mutare il suo stato.

Non apparso nei cartoni, e limitato ai fumetti, c’è un filone psichedelico nelle storie dei Paperi di Carl Barks, che infila riferimenti a bizzeffe alla cultura del “viaggio della mente”.Spostandoci in terra di Francia, un altro “fattone” d’annata è Asterix.
Sempre tristemente d’attualità, come ci dicono le cronache sportive di questi giorni, il piccolo gallo è il dopato per eccellenza, insieme agli abitanti del suo villaggio.
Fa uso di una pozione che senza allenamento o sforzo alcuno dona una forza ed un’energia incredibile, con effetti da dipendenza irreversibili, come testimonia
Obelix, che ne ha avuto un’overdose da bambino.
Doping dipendente è chiaramente
Braccio di Ferro, che usa un’erba speciale per potenziare il suo fisico sghembo.

Arrivando agli anni ’70, tornando in casa Disney, bisogna ricordare il compianto Super-Pippo (un nome, un destino), probabilmente scomparso dalle pagine dei fumetti per la sua prematura morte dovuta al cancro da radiazioni provocato dall’abuso di noccioline radiottave.
Anche
Super-Pippo era un dopato, con gravi effetti per la sua mente. Andrea Pazienza confermò questa teoria con la spendida storia “Perché Pippo sembra uno sballato”.

Quel decennio rese mito anche il grande Superciuk, avversario del gruppo TNT, creato da Max Bunker e Magnus. Il super beone era uno spazzino fallito che rubava ai poveri, brutti, sporchi e maledetti dalla sorte, per donare ai ricchi, belli e baciati dalla fortuna. La sua fiatata alcolica si alimentava con fiaschi di vino rosso anche inacidito.

Su sostanze più pesanti basano le loro avventure i Puffi. Gargamella e il Grande Puffo fanno a gara per inventare polverine bianche che tirino su il morale degli omini blu. In altri territori, negli anime giapponesi, la greca Pollon fa sniffare la stessa sostanza a tutte le persone depresse, in dosi massiccie.

Sempre dal passato emergono Scooby Doo ed il suo amico Shaggy. Se Lombroso aveva ragione, l’aspetto di Shaggy è una prova del suo abuso di droghe, visto il suo aspetto trasandato, la barbetta mal rasata, i capelli spettinati, look che verrà poi ripreso dal cantante maledetto Kurt Kobain. Shaggy è l’unico nel cartone che sente parlare il cane Scooby Doo.
Sospetti sono Wilma e Fred degli Antenati: mentre tutti gli altri protagonisti hanno occhi grandi e ben distinti, i due hanno solo due piccole pupille puntinate, sintomo fisico dello stordimento da cannabis.

Continuando a fare congetture, anche l’avventura della Pimpa con i funghi desta sospetti se vista con un occhio “fattonico”.

Il cerchio si chiude con Superman: in un recente numero della serie di Hitman, Nembo Kid sollecita, anche se con poca convinzione, il protagonista a smettere di fumare, potendo lui vedere i suoi polmoni catramizzati con la vista a raggi X.
Ma contemporanemante, nel primo numero della miniserie Generations, ambientato alla fine degli anni ’30, una disinvolta Lois Lane lancia un messaggio positivo nei confronti della sigaretta, affermando che è coadiuvante del pasto ed è indispensabile per una buona salute.

Certo, due numeri dopo sarà sul punto di morire per cancro ai polmoni, ma questa è un’altra storia. Come la Lettera Nascosta di Edgar Allan Poe, più il fattone è in evidenza e più viene ignorato.
È dagli anni ’30 che siamo irradiati da messaggi “fattonici” e gli anni ’70 hanno avuto una concentrazione senza pari.
Ci si preoccupa dei giovani d’oggi, ma i ragazzini di vent’anni fa, i telespettatori di oggi, come sono mutati grazie a queste manipolazioni mentali? Quali pericolosi processi mentali circolano nelle sinapsi dei golemaniaci, vittime ignare della Tv dei Ragazzi?

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Riccardo Corbò

 

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